ANCHE IL LIBRO DEGLI INVENTARI RILEVA AI FINI DELLA FALLIBILITA’

21 GIU 2018

Con ordinanza n. 16067/2018 la Corte di Cassazione stabilisce che al fine di valutare la fallibilità dell’impresa non si possono ignorare i libri degli inventari e i bilanci, anche se non depositati presso il registro delle imprese. Nel caso di specie una s.r.l. impugnava la sentenza della Corte d’Appello secondo la quale la società non aveva fornito adeguata dimostrazione della insussistenza dei presupposti della sua fallibilità in quanto i bilanci 2011-2013, rinvenuti nel libro degli inventari innanzi ad essa prodotti, non erano stati approvati e depositati, oltre a dichiarare l’inattendibilità degli scontrini fiscali. La Corte di Cassazione, invece, accoglie il ricorso della s.r.l. dichiarando che nonostante il mancato deposito, i bilanci erano stati comunque approvati e ciò era desumibile, dai verbali di assemblea depositati presso la cancelleria fallimentare. Partendo da tale presupposto, la Suprema Corte afferma che “anche se i dati contenuti nei bilanci non potevano costituire prova legale, neppure si sarebbe potuta negare in astratto la loro attendibilità, come ha fatto il giudice a quo, esclusivamente sulla base della loro non approvazione (e della non risultanza della data del loro deposito presso il registro delle imprese) senza uno specifico accertamento e una conseguente concreta motivazione del perché egli fosse giunto a tale conclusione”. La Corte conclude dichiarando che l'analisi della documentazione prodotta (libri giornali, libro degli inventari unitamente agli scontrini fiscali di chiusura giornaliera emessi dal 2011 al 2013 e registri iva) avrebbe consentito l’accertamento dell’approvazione o meno dei bilanci e che una valutazione della data dell’approvazione nonché della sua vicinanza o meno con i tempi della procedura fallimentare avrebbe consentito di valutare l’attendibilità dei dati da confrontarsi anche con gli scontrini.

cass.16067-2018.pdf

VEDI TUTTE

VUOI UNA NOSTRA
CONSULENZA?

RICHIEDI PREVENTIVO