SDOGANATO IL CONFERIMENTO: NON COSTITUISCE SOTTRAZIONE
CONSULENZA TRIBUTARIA, SOCIETARIA E DEL LAVORO

SDOGANATO IL CONFERIMENTO: NON COSTITUISCE SOTTRAZIONE

16 LUG 2019

La Corte di cassazione con la sentenza n. 30933/19 depositata il 15.07.2019 ha affrontato un annosa questione fortemente legata alla conservazione dell’azienda come oggetto di centrale interesse metagiuridico, da salvaguardare per poter giungere in via mediata alla tutela, dei livelli occupazionali.
Il legislatore si era infatti preoccupato di garantire la sopravvivenza dell’azienda ed impedire la dispersione del patrimonio di conoscenze, maestranze, beni strumentali e valori, in una parola l'azienda, anche mediante il conferimento della stessa.
Le preoccupazioni dei professionisti si erano però incentrate sui rischi conseguenti e cioè che tale trasferimento fosse giudicato come sottrattivo.
La sentenza in esame, seppure in un diverso ambito, (quello tributario) sdogana, a mio giudizio, tale rischio.
I giudici di legittimità hanno infatti affermato che non commette sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte chi conferisce (gli immobili) in una società restando titolare delle quote, seppure la società conferitaria fosse indebitata con l'Erario.
La Suprema Corte ha infatti respinto respinto il ricorso della procura di Lodi che si era occupata di un contribuente accusato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte perché, visti i debiti con il fisco, aveva intestato tutti i suoi immobili a una società estera, conservandone la titolarità delle quote.
La richiesta di sequestro, non confermato dal tribunale delle libertà di Lodi, è stata così definitivamente archiviata dai giudici di Cassazione, poichè il ricorrente era rimasto titolare delle quote, beni, anch'essi, soggetti a misura, aggiungendo che «il reato previsto dall'art. 11 del dlgs 74/00 è un reato di pericolo che richiede il compimento di atti simulati o fraudolenti per occultare i propri o altrui beni, al fine di sottrarsi al pagamento del debito tributario, che siano in concreto idonei, in base ad un giudizio «ex ante» che valuti la sufficienza della consistenza del patrimonio del contribuente in rapporto alla pretesa dell'erario, a rendere inefficace, in tutto o in parte, l'attività recuperatoria dell'amministrazione finanziaria».
Tali considerazioni svolte dalla Corte, sono a mio giudizio estensibili anche al conferimento d'azienda che in ipotesi di crisi aziendale (concordato), può rivelarsi una arma vincente per garantire il migliore soddisfacimento dei creditori. 

non-commette-sottrazione-fraudolenta-chi-conferisce-i-suoi-immobili-in-una-societa-restando-titolare-delle-quote.pdf

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