SCUOLE GUIDA SENZA IVA PER IL PASSATO
19 SETT 2019
In questi giorni si fa un gran parlare di autoscuole o meglio delle prestazioni didattiche relative all’insegnamento della guida automobilistica, poiché una recente sentenza della Corte di Giustizia (causa C-449/17 del 14 marzo 2019) ha stabilito che tali prestazioni non sarebbero assimilabili a quelle relative alla formazione scolastica o universitaria.
Invero, il risalto mediatico alla questione è stato dato dalla risoluzione n. 79/2019 dell’Agenzia delle Entrate, con cui il fisco, smentendo il suo precedente orientamento, ha dichiarato che debbono essere assoggettate a IVA le prestazioni didattiche finalizzate al rilascio della patente, anche se relative al passato.
A nostro giudizio, la presa di posizione dell’Agenzia è criticabile perché da una parte pretende di regolamentare retroattivamente l’imponibilità delle suddette prestazioni, facendo salvi, ai fini sanzionatori, gli imprenditori che si erano conformati alle istruzioni fornite nel passato (R.M. 83/1998 e Risoluzione 134/2005) e dall'altra perchè non tiene conto del principio generale del legittimo affidamento.
Infatti se è vero che in linea di principio le sentenze della Corte di Giustizia possono regolare il passato è altrettanto vero che la Corte di Giustizia, nelle cause riunite C- 181/04, 182/04,183/04, ha affermato che le disposizioni della sesta direttiva devono essere interpretate tenendo conto dell’esigenza del legittimo affidamento, onde per cui non può di certo ammettersi una richiesta “a posteriori” dell’IVA ogniqualvolta in cui il contribuente si sia conformato alle istruzioni fornite dall'amministrazione finanziaria.
Insomma a nostro parere esistono evidenti ragioni per le quali il contribuente non deve riversare l’imposta allora non richiesta ai clienti e ciò in virtù del citato principio del legittimo affidamento facente parte integrante del nostro ordinamento come chiarito anche dalla giurisprudenza di legittimità (Cassazione n. 17576/2002 e Cassazione 21513/2006).
Invero, il risalto mediatico alla questione è stato dato dalla risoluzione n. 79/2019 dell’Agenzia delle Entrate, con cui il fisco, smentendo il suo precedente orientamento, ha dichiarato che debbono essere assoggettate a IVA le prestazioni didattiche finalizzate al rilascio della patente, anche se relative al passato.
A nostro giudizio, la presa di posizione dell’Agenzia è criticabile perché da una parte pretende di regolamentare retroattivamente l’imponibilità delle suddette prestazioni, facendo salvi, ai fini sanzionatori, gli imprenditori che si erano conformati alle istruzioni fornite nel passato (R.M. 83/1998 e Risoluzione 134/2005) e dall'altra perchè non tiene conto del principio generale del legittimo affidamento.
Infatti se è vero che in linea di principio le sentenze della Corte di Giustizia possono regolare il passato è altrettanto vero che la Corte di Giustizia, nelle cause riunite C- 181/04, 182/04,183/04, ha affermato che le disposizioni della sesta direttiva devono essere interpretate tenendo conto dell’esigenza del legittimo affidamento, onde per cui non può di certo ammettersi una richiesta “a posteriori” dell’IVA ogniqualvolta in cui il contribuente si sia conformato alle istruzioni fornite dall'amministrazione finanziaria.
Insomma a nostro parere esistono evidenti ragioni per le quali il contribuente non deve riversare l’imposta allora non richiesta ai clienti e ciò in virtù del citato principio del legittimo affidamento facente parte integrante del nostro ordinamento come chiarito anche dalla giurisprudenza di legittimità (Cassazione n. 17576/2002 e Cassazione 21513/2006).
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