L'amministrazione finanziaria con la risposta all'interpello 36/2018 ha affermato che la ripartizione dei beni immobili, mediante la scissione della società, non è operazione elusiva ai fini del registro e delle imposte dirette.
Il quesito riguardava una società il cui capitale era suddiviso pariteticamente tra quattro soci ed i cui beni (diverse unità immobiliari concesse in locazione), sarebbero stati ripartiti tra diverse società il cui capitale sarebbe poi stato attribuito esclusivamente ad ognuno dei soci.
Secondo l'Agenzia l’operazione non consente di realizzare alcun vantaggio fiscale indebito ed è pertanto legittima, perchè i beni trasferiti alle quattro società beneficiarie restano in regime di impresa e i relativi valori fiscali non mutano rispetto a quelli della società scissa.
La legittimità dell'operazione risiederebbe sull'assenza di vantaggi fiscali indebiti e sul fatto che l'operazione prospettata sarebbe fisiologica per raggiungere la separazione dei soci e carente di qualunque salto di imposta.
Che l'amministrazione abbia cambiato marcia e riesca a intravedere anche quello che fino a ieri non vedeva e che generava tanta incertezza tra gli operatori e di certo non aiutava nell'attrarre capitali dall'estero?
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