NON SI PUO' BLOCCARE IL CREDITO IVA CON LA SOLA PRESENZA DI INDIZI DI EVASIONE

11 OTT 2019

L’art. 23 del DLgs. 18.12.1997 n. 472 prevede che: Nei casi in cui l’autore della violazione o i soggetti obbligati in solido vantano un credito nei confronti dell’amministrazione finanziaria, il pagamento può essere sospeso se è stato notificato atto di contestazione o di irrogazione della sanzione o provvedimento con il quale vengono accertati maggiori tributi, ancorché non definitivi. La sospensione opera nei limiti di tutti gli importi dovuti in base all'atto o alla decisione della commissione tributaria ovvero dalla decisione di altro organo.”
Questa norma direi che è sufficientemente chiara e consente alla amministrazione finanziaria di bloccare il rimborso del credito nei soli casi previsti dalla legge.
Perché allora“zelanti” funzionari della amministrazione finanziaria si arrogano diritti che non hanno, abusando della loro posizione, talvolta richiamando l’art. 69 del RD 2440/23 e cioè quella norma regolante il fermo amministrativo, che lo ricordiamo stabilisce che “qualora un’amministrazione dello Stato che abbia, a qualsiasi titolo ragione di credito verso aventi diritto a somme dovute da altre amministrazioni, richieda la sospensione del pagamento, questa deve essere eseguita in attesa del provvedimento definitivo”.
In relazione ad entrambi i quesiti la risposta non può che essere negativa e segnatamente con riferimento al secondo precisiamo che l’art. 69 del Regio Decreto non è applicabile in ambito tributario come affermato dalla sentenza del 9 maggio 2019 n. 114/2019 della Commissione Provinciale di Reggio Emilia che richiama la sentenza della Cassazione n. 2893/2019.

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