Lotta ai paradisi fiscali il nuovo obbligo della comunicazione telematica
08 GIU 2010
L’Italia ha posto in essere una serie di misure dirette a combattere il fenomeno dell’evasione internazionale mediante interventi legislativi che hanno inciso direttamente sul Testo Unico delle Imposte sui Redditi (D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917):  l’art. 2, comma 2-bis, inerente la residenza fiscale delle persone fisiche;  l’art. 73, commi 3, 4, 5-bis, 5-ter e 5-quater, sulla residenza fiscale delle società, degli enti e dei trust;  l’art. 110, commi 10, 11, 12 e 12-bis, relativo all’indeducibilità delle spese e degli altri componenti negativi di reddito derivanti da operazioni intercorse con paesi e territori a regime fiscale privilegiato (c.d. costi “black list”);  l’art. 167, sulla tassazione in Italia dei redditi conseguiti da una società o ente estero, residente in un paradiso fiscale e controllato, ai sensi dell’art. 2359 del codice civile, da un soggetto residente;  l’art. 168 sulle imprese estere “collegate” corporate finance compagnie (cfc);  l’art. 168-bis, recante “Paesi e territori che consentono un adeguato scambio di informazioni” il quale, quando verrà emanato il decreto attuativo, diverrà la norma principale di riferimento per l’individuazione dei paradisi fiscali e l’applicazione di tutte le disposizioni antielusive in materia. Inoltre con il D.L. 1° luglio 2009, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla L. 3 agosto 2009, n. 102, sono stati emanati provvedimenti diretti a realizzare un’incisiva azione di contrasto nei confronti dei paradisi fiscali, mediante un sostanziale rafforzamento degli strumenti informativi e cooperativi con i paesi esteri quali 1. il miglioramento dell’attuale livello di trasparenza fiscale e scambio di informazioni; 2. l’incremento della cooperazione amministrativa tra Stati; ...