LA TASSAZIONE E LA MORALE DELL'OLANDA
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LA TASSAZIONE E LA MORALE DELL'OLANDA

LA TASSAZIONE E LA MORALE DELL'OLANDA

14 APR 2020
A sentir loro noi saremmo i peggiori della classe, quelli che attraverso la solidarietà dell’Europa andremmo ad alimentare le mafie, (come se le mafie fossero solo in Italia), il paese dove l’evasione fiscale ha raggiunto dei livelli così alti da non poter più essere tollerata, (vorrei sapere quanti degli altri paesi europei, hanno o forse meglio, vorrebbero avere, un livello di così alta capacità di controllo dei propri cittadini in termini tributari), insomma è vero che non siamo i più virtuosi, ma chi ci ritiene tali, è legittimato a farlo? o dovrebbe anche lui provare a guardare la bisaccia che porta dietro alle spalle?
La verità è ben altra rispetto a quello che ci vorrebbero mostrare e basta rispolverare l’intuizione di Falcone e Borsellino per scoprire che l’Olanda o meglio i Paesi bassi, o ancor meglio i suoi governanti, non sono di certo in grado di farci la morale.
Mi riferisco alla scia dei soldi che porta sempre negli stessi luoghi e guarda caso da troppo tempo ormai vicino ad Amsterdam, al numero 200 di Prins Bernhardplein, in un palazzo di vetro e acciaio che contribuisce a sorreggere l’economia di quel paese e concorre in maniera rilevante al rispetto dei parametri del bilancio.
In Olanda quindicimila società, di mero recapito postale, senza dipendenti ne' impiegati "gestiscono" oltre 4500 miliardi di euro,  che subiscono una tassazione solo sul 4% dei proventi, ma tutto questo non genera ne' indignazione ne' stupore.
Invero una spiegazione l'avrebbero e cioè servono per giustificare, (si fa per dire), i flussi finanziari, con cui hanno ottenuto una inimmaginabile riduzione del carico fiscale, (e pensare che da noi per molto meno ti mettono in croce con la società di comodo). 
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire la vera natura del paladino dei mulini a vento e carte alla mano cerchiamo di comprendere se può o meno farci la morale.
Una risoluzione del Parlamento UE della fine di Febbraio 2019, denuncia che alcuni Paesi attuano sistematicamente e con politiche fiscali aggressive una concorrenza sleale nei confronti degli altri partner europei.
I paesi in questione sono Lussemburgo, Belgio, Cipro, Ungheria, Irlanda, Malta e Paesi Bassi (Olanda).
Si proprio l’Olanda, avete capito bene e cioè il grande integralista, che insieme con Austria e Germania si erge a moralizzatore dei popoli e si oppone ad un intervento solidale verso i paesi dell’Europa meridionale colpiti dall’emergenza Covid 19, perchè i bilanci di quei Paesi non rimostrano una adeguata severità.
Ci sarebbe da chiedersi se in Europa esistono regole più o meno importanti delle altre regole e se esistono paesi che godono di speciali immunità, perché se è vero che i governanti italiani non hanno sempre saputo affrontare in maniera adeguata la crescente spesa pubblica, è altrettanto vero che l’Olanda sa come far quadrare i conti e poco importa se tale quadratura la si fa a discapito degli altri partner e con risorse di provenienza quantomeno discutibile.
E’ infatti noto che l’Olanda è meta attrattiva per l’ubicazione di Holding finanziarie e partecipative, ma ciò che è meno noto è che tale attrazione viene perseguita sottraendo circa 50 miliardi di euro l’anno agli altri paesi europei, concedendo l’esenzione dalle imposte a royalties, dividendi e altri diritti intellettuali.
Gli indici di bilancio dei paesi bassi, rimostrano controllo e prosperità, ma restando in tema di indici, secondo il Tax Justice Network, l’Olanda è al 4° posto tra i paesi del Corporate Tax Haven Index, preceduta solo dalle Isole Vergini Britanniche, Bermuda e Cayman.
Gli olandesi potrebbero rivendicare di non essere i soli e questo è vero, perché sono in buona compagnia con gli altri nostri vicini di casa come Svizzera, Lussemburgo ed Austria, paesi anch’essi sostenitori della regola della morale tedesca sul rigore di bilancio. Peccato che la Germania non abbia ancora introdotto alcun limite ai pagamenti per contanti e l’Austria si sia distinta per l’anonimato dei conti bancari e per gli scarsi controlli antiriciclaggio a cui hanno fatto seguito passaporti premio a loschi personaggi ed a oscuri oligarchi.
Insomma da questa Europa del nord sembrerebbe giungere un messaggio chiaro e forte, non importa con quali modalità, ma l’importante è che i conti tornino perché in fondo come dicevano quelli che ci hanno preceduto pecunia non olet.   
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