LA SENTENZA FAVOREVOLE PER LA SOCIETA' A RISTRETTA BASE SI RIFLETTE ANCHE SULL'ACCERT. DEL SOCIO DIVENUTO DEFINITIVO
11 OTT 2024
La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 25267/2024 ha ribadito l'efficacia riflessa del giudicato formatosi nel giudizio intercorso tra l'Agenzia delle entrate e la società contribuente con cui sia stata accertata la insussistenza di utili extracontabili della medesima, in quanto detto accertamento negativo rimuove il presupposto da cui dipende il maggior utile da partecipazione conseguito dai soci. Tale principio si applica anche nel caso in cui l’accertamento nei confronti del socio sia divenuto definitivo per mancata impugnazione della sentenza sfavorevole nei suoi confronti.
Nel caso di specie, infatti, l’Ade aveva emesso un avviso di accertamento attraverso il quale venivano attribuiti al socio, in proporzione alla quota di partecipazione, i presunti utili extra bilancio accertanti in capo a quest’ultima. La sentenza emessa a seguito dell’impugnazione dell’avviso di accertamento, sfavorevole al contribuente, diveniva definiva e l’Ufficio provvedeva alla notifica della cartella di pagamento portante l’iscrizione a ruolo dei 2/3 di quanto dovuto. Il socio proponeva così ricorso avverso la cartella di pagamento, deducendo che, nei confronti della società, l'avviso di accertamento di maggiori utili extracontabili era stato parzialmente annullato dai giudici di primo grado e chiedeva quantomeno la riduzione della somma dovuta. La CTP dichiarava inammissibile il ricorso, sostenendo che la cartella poteva essere opposta solo per vizi propri, nella specie non denunciati, mentre la CTR accoglieva l'appello, ritenendo che il ruolo formato e notificato alla contribuente, pur dovendosi considerare legittimo perché fondato su una sentenza sfavorevole non impugnata da quest'ultima, si basava però su una pretesa rivelatasi sostanzialmente non fondata (almeno in parte).