LA PRESUNTA ANTIECONOMICITA' NON GIUSTIFICA L'ACCERTAMENTO
25 MAG 2018
La Corte di Cassazione con sentenza n. 25217 del 2018 afferma che “la valutazione della presunta anti economicità di una singola operazione posta in essere dall’impresa non è sufficiente a fondare l’accertamento analitico-induttivo”. Nel caso di specie una società ricorreva in Cassazione per vedere riformata la sentenza della Ctr che riteneva legittimo l’avviso di accertamento con cui l’Agenzia disconosceva costi e riprendeva a tassazione ricavi non dichiarati dalla contribuente. In particolare disconosceva i costi relativi ad un contratto di servizi con una società dello stesso gruppo cui apparteneva la contribuente non essendo documentati da fatture ne da altri documenti contabili e, inoltre, riteneva che l’antieconomicità dell’operazione giustificava l’accertamento analitico induttivo. A parere della Suprema Corte, il ricorso all’accertamento analitico-induttivo non può fondarsi su una presunzione semplice, ovvero sull’antieconomicità di una sola operazione posta in essere dalla società isolandola dal contesto complessivo risultante dalla contabilità sociale (non disconosciuta) in quanto ai fini accertativi deve essere accompagnata dalla preventiva disamina della situazione finanziaria, che nel caso di specie, l’Agenzia aveva omesso.