LA CONTROLLATA NON E' ESTEROVESTITA SOLO PER I MAGGIORI POTERI ALL'AMM. TORE ITALIANO
19 GEN 2023
La Corte di Cassazione con la sentenza 1544/2023 depositata il 19.01.2023 ha stabilito che non può considerarsi esterovestita la società controllata portoghese per il solo fatto che nel consiglio sieda un solo amministratore italiano con poteri bancari maggiori rispetto agli altri consiglieri.
Secondo i Giudici, questo elemento non è di per sè idoneo a far scattare la presunzione dell’amministrazione effettiva della società in Italia, dovendosi fondare la decisione su dati oggettivi e riscontrabili non meramente formali ed astratti quali, dati oggettivi quali l’utilizzo di una struttura fisica operativa presso la sede portoghese e lo svolgimento in Portogallo delle adunanze degli organi societari, come correttamente aveva fatto la CTR delle Marche che aveva tra l'altro dato rilievo alle email attinenti gli affari della società portoghese, dimostrativi degli «scambi di informazioni o di ordini tra la casa madre italiana e la controllata» e certificativi dell'esercizio di un potere di coordinamento e controllo non trasmodato nell’«amministrazione», intesa come «direzione effettiva», della controllata da parte della controllante.
L’attribuzione dei maggiori poteri bancari all’amministratore italiano insomma, è solamente indicativa del maggior rapporto fiduciario tra la proprietà ed uno degli amministratori, (senza che venisse esclusa l’operatività anche degli altri amministratori) ed è espressione di una legittima differenziazione dei livelli di fiducia riposta negli amministratori, ma non di certo sintomo della riconducibilità dell’amministrazione effettiva della società portoghese a quella italiana.
la-controllata-non-e-esterovestita.pdf
Secondo i Giudici, questo elemento non è di per sè idoneo a far scattare la presunzione dell’amministrazione effettiva della società in Italia, dovendosi fondare la decisione su dati oggettivi e riscontrabili non meramente formali ed astratti quali, dati oggettivi quali l’utilizzo di una struttura fisica operativa presso la sede portoghese e lo svolgimento in Portogallo delle adunanze degli organi societari, come correttamente aveva fatto la CTR delle Marche che aveva tra l'altro dato rilievo alle email attinenti gli affari della società portoghese, dimostrativi degli «scambi di informazioni o di ordini tra la casa madre italiana e la controllata» e certificativi dell'esercizio di un potere di coordinamento e controllo non trasmodato nell’«amministrazione», intesa come «direzione effettiva», della controllata da parte della controllante.
L’attribuzione dei maggiori poteri bancari all’amministratore italiano insomma, è solamente indicativa del maggior rapporto fiduciario tra la proprietà ed uno degli amministratori, (senza che venisse esclusa l’operatività anche degli altri amministratori) ed è espressione di una legittima differenziazione dei livelli di fiducia riposta negli amministratori, ma non di certo sintomo della riconducibilità dell’amministrazione effettiva della società portoghese a quella italiana.
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