La Corte di Cassazione con sentenza n. 16010 del 2019 ha definito il concetto di inerenza e il suo rapporto con il giudizio di congruità ed economicità, sia ai fini della deducibilità dei costi che ai fini della detraibilità dell’iva. Più precisamente ha rilevato che “il principio dell’inerenza dei costi deducibili si ricava dalla nozione di reddito d’impresa ed esprime la necessità di riferire i costi sostenuti all’esercizio dell’attività imprenditoriale”. Secondo la Corte questo non significa che il giudizio quantitativo o di congruità sia del tutto irrilevante, ma accede al piano logico e strutturale dell’onere della prova dell’inerenza del costo; essendo un giudizio sulla proporzionalità tra il quantum corrisposto e il vantaggio conseguito esso rappresenta un indice rivelatore dell’inerenza. Ai fini della deducibilità, dunque, la valutazione di antieconomicità legittima il potere dell’Amministrazione di accertamento. In materia di Iva, invece, ai fini della valutazione dell’inerenza, "il giudizio di congruità ha una diversa incidenza, di per se non idonea ad escludere il diritto alla detrazione, salvo che l’antieconomicità manifesta e macroscopica dell’operazionesia tale da assumere rilievo indiziario di non verità della fattura o di non inerenza della destinazione del bene o servizio all’utilizzo per operazioni soggette ad Iva".