I COMPENSI ALL'AMMINISTRATORE SENZA GIUSTIFICAZIONE INTEGRANO LA BANCAROTTA
27 GEN 2021
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 3191 del 2021 ha confermato la condanna del legale rappresentante e del socio di maggioranza di una srl, poi dichiarata fallita, per bancarotta fraudolenta per distrazione sostenendo che integra tale reato la condotta dell'amministratore che preleva dalle casse sociali somme a lui spettanti come compensi, se questi sono genericamente indicati nello statuto, non sono giustificati da dati ed elementi di confronto che ne consentano una oggettiva valutazione e vi sia stata determinazione del loro ammontare con delibera assembleare adottata solo pro-forma. La Corte equipara in questo modo la mancanza di delibera assembleare, al caso in cui tale delibera sia stata adottata solo formalmente ovvero solo per giustificare l’indebito prelievo di somme dalle casse sociali. Nella valutazione degli elementi che inducono a ritenere che la delibera assembleare sia stata adottata solo pro-forma, occorre osservare i principi già espressi dalla Suprema Corte sulla necessità che la congruità dei compensi liquidati in favore degli amministratori di una società sia fondata su dati ed elementi di confronto che ne consentano un'adeguata e oggettiva valutazione.