Il
Decreto Sicurezza ha dato un
giro di vite ai furbetti con autoveicolo targato estero, ma residenti in Italia e tra di essi purtroppo rientrano anche i soggetti che per motivi diversi lavorano nella vicina
Repubblica di San Marino, ma con residenza italiana.
Il citato decreto n. 113/4 dell'ottobre 2018,
vieta la circolazione in Italia di veicoli con targa straniera guidati da chi è residente in Italia da oltre 60 giorni, comprendendo anche le auto aziendali dei lavoratori frontalieri.
Le conseguenze sembravano essere solo le sanzioni e la confisca dell'autoveicolo, ma non è così, perchè secondo la
Commissione tributaria di Brescia sentenza n. 221/3/2020, scattano anche i dazi e l'Iva.
Secondo i giudici, l'utilizzo di un
auto targata estera guidata da un cittadino residente in Italia da più di 60 gg. costituisce contrabbando, a cui segue la confisca del veicolo.
Il reato di contrabbando per l’importazione di autoveicoli è stato depenalizzato nel 2016, ma gli artt. 232 e 233 delle disposizioni di applicazione del Codice doganale comunitario (regolamento Ce 2454/93),
prevedono esenzioni solo in presenza di determinati requisiti, ovviamente difficilmente riscontrabili quando i mezzi siano immatricolati al di fuori del territorio UE e non vi sia il titolare a bordo, onde per cui i furbetti sono avvisati ... occorre reimmatricolare l'auto in Italia oppure ... attendere la confisca e la
restituzione delle imposte e dazi non versati, in caso di fermo da parte della polizia.
sentenza-brescia.pdf