DEFINIZIONE DI CONDOMINIO IN AMBITO DI SUPERBONUS 110%
11/10/2021
L’agenzia delle Entrate con l’interpello n. 665/2021 pubblicato il 6 ottobre 2021 ha fornito chiarimenti circa la definizione di condominio.
La vicenda riguarda un contribuente proprietario di un’abitazione e della relativa pertinenza facenti parte di un edificio composto da due unità immobiliari pertinenziali situate al piano seminterrato e di due unità immobiliari abitative (categoria catastale A03) di cui una al piano rialzato e una al piano primo. La restante unità abitativa e relativa pertinenza è di proprietà di un altro soggetto. Nella istanza viene precisato che le due unità immobiliari abitative hanno accesso autonomo e sono funzionalmente indipendenti. L’istante chiede quindi se l’edificio oggetto di lavori di ristrutturazione, debba essere trattato come immobile plurifamiliare o condominio minimo, propendendo per la seconda ipotesi per via del fatto che esistono parti comuni (le facciate e il tetto) da cui rinverrebbe la comunione condominiale ex art. 1117 e ss del Codice Civile.
L’Agenzia delle Entrate concorda con la soluzione prospettata precisando che, benché le unità immobiliari che compongono l’edificio siano funzionalmente indipendenti e dotate di accesso autonomo, la presenza di parti in comune (facciate e tetto) e la pluralità di proprietari fa definire la fattispecie in esame quale condominio.
L’Agenzia ricorda inoltre che i requisiti relativi all’autonomia funzionale (ovvero un’unità immobiliare dotata in proprietà esclusiva di almeno tre dei seguenti impianti: impianto idrico, impianto gas, impianto energia elettrica e impianto climatizzazione invernale) ed all’accesso autonomo dall’esterno (da intendere come accesso indipendente, non comune ad altre unità immobiliari, chiuso da cancello o portone che consente l’accesso dalla strada o da cortile di proprietà non esclusiva) non rilevano ai fini dell’individuazione degli edifici in condominio, ma rilevano, al contrario, solo al fine di identificare le unità immobiliari unifamiliari o le unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari.
La vicenda riguarda un contribuente proprietario di un’abitazione e della relativa pertinenza facenti parte di un edificio composto da due unità immobiliari pertinenziali situate al piano seminterrato e di due unità immobiliari abitative (categoria catastale A03) di cui una al piano rialzato e una al piano primo. La restante unità abitativa e relativa pertinenza è di proprietà di un altro soggetto. Nella istanza viene precisato che le due unità immobiliari abitative hanno accesso autonomo e sono funzionalmente indipendenti. L’istante chiede quindi se l’edificio oggetto di lavori di ristrutturazione, debba essere trattato come immobile plurifamiliare o condominio minimo, propendendo per la seconda ipotesi per via del fatto che esistono parti comuni (le facciate e il tetto) da cui rinverrebbe la comunione condominiale ex art. 1117 e ss del Codice Civile.
L’Agenzia delle Entrate concorda con la soluzione prospettata precisando che, benché le unità immobiliari che compongono l’edificio siano funzionalmente indipendenti e dotate di accesso autonomo, la presenza di parti in comune (facciate e tetto) e la pluralità di proprietari fa definire la fattispecie in esame quale condominio.
L’Agenzia ricorda inoltre che i requisiti relativi all’autonomia funzionale (ovvero un’unità immobiliare dotata in proprietà esclusiva di almeno tre dei seguenti impianti: impianto idrico, impianto gas, impianto energia elettrica e impianto climatizzazione invernale) ed all’accesso autonomo dall’esterno (da intendere come accesso indipendente, non comune ad altre unità immobiliari, chiuso da cancello o portone che consente l’accesso dalla strada o da cortile di proprietà non esclusiva) non rilevano ai fini dell’individuazione degli edifici in condominio, ma rilevano, al contrario, solo al fine di identificare le unità immobiliari unifamiliari o le unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari.
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