CREDITO PRIVILEGIATO ANCHE PER GLI STUDI ASSOCIATI

31 MAG 2019

La Corte di Cassazione con sentenza n. 13317 del 2019 riprendendo un suo precedente del 2016 afferma che "la domanda di ammissione al passivo fallimentare proposta da uno studio associato fa sempre presumere l’esclusione della personalità del rapporto d’opera professionale da cui il credito è derivato e la conseguente insussistenza dei presupposti per il riconoscimento del privilegio ex art. 2751 bis n. 2 c.c., salvo che l’istante (singolo professionista associato), dimostri che il credito si riferisca ad una prestazione svolta personalmente dal professionista, in via esclusiva e/o prevalente, e sia di pertinenza dello stesso professionista, pur se formalmente richiesta dall’associazione". Nel caso di specie la Corte ritiene errata la decisione del Tribunale di Firenze che ha ammesso in chirografo il credito di due professionisti (commercialista e consulente del lavoro) di uno studio associato nei confronti di una società in liquidazione, “per carenza di prova della personalità delle prestazioni eseguite”. La Suprema Corte rileva che il giudice di merito ha arrestato la valutazione al fatto che la domanda fosse stata presentata dallo studio associato, mentre avrebbe dovuto svolgere una valutazione in concreto delle modalità con cui era stata svolta l’attività. Avrebbe cioè dovuto valutare la composizione dell’associazione e le qualifiche degli associati. Nel caso di specie, essendo gli unici due professionisti dello studio appartenenti a due ordini differenti, era ben possibile distinguere le prestazioni svolte dall’uno o dall’altro e, dunque, riconoscerne il carattere personale dell’incarico.

cassaz.13317-19ammissione.al.passivo.studioassociato.pdf

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